La soluzione al blocco degli Euro 2 e 3Perché non puntare su autobus usati 'freschi' per svecchiare il parco?




La pandemia ha segnato un punto nodale per molti settori e attività economiche. Quello dei trasporti pubblici, in particolare, è stato molto colpito dalle sue conseguenze che, lo vediamo, continuano ad agitarlo ancora oggi. È proprio in un’ottica di ripartenza e miglioramento che si inserisce il DL 121/2021 emanato a settembre dell’anno scorso. Collegato anche ai fondi emessi dal PNRR per incentivare la mobilità sostenibile il Decreto Legge interviene su investimenti e sicurezza delle infrastrutture, trasporti e circolazione stradale.
Tra le varie misure predisposte per sostenere il settore della logistica e dei trasporti, migliorare la mobilità e ridurre le differenze esistenti tra le varie regioni, ma soprattutto per rinnovare la circolazione in un’ottica di sostenibilità capace di favorire la transizione ecologica, rientra anche il divieto di circolazione per i veicoli più inquinanti. 

Addio a Euro 1, Euro2 e Euro 3
Secondo quanto stabilito dal decreto 121/2021, a decorrere da giugno 2022 iniziano a entrare in vigore i primi divieti per la circolazione di veicoli TPL a più alte emissioni nocive:

·       30 giugno 2022: a partire da questa data non potranno più circolare sul territorio nazionale i veicoli a motore appartenenti alle categorie M2 e M3 (veicoli destinati al trasporto di persone con più di 9 posti), utilizzati per il trasporto pubblico locale e alimentati a benzina o gasolio con caratteristiche antinquinamento Euro 1,

·       1 gennaio 2023: da questa data il divieto di circolazione riguarderà i veicoli a motore Euro 2,

·       1 gennaio 2024: sarà la volta degli Euro 3.

Qual è la situazione degli autobus italiani?
Il sito del Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili riporta che, al 21 luglio 2022, l’età media degli autobus italiani in servizio per il trasporto pubblico locale è di 10,4 anni. Il parco mezzi destinato al TPL nazionale comprende circa 42.000 veicoli e il monitoraggio del Ministero mostra come, dopo l’avvio del DL 121/2021 la quota di mezzi Euro 2 si sia abbassata dall’11 all’8,4 per cento, mentre quella di Euro 3 sia passata dal 26 al 23,4 per cento. Allo stesso tempo sono aumentati gli autobus Euro 5 e 6 (dal 55,9 al 61,5 per cento dei mezzi a gasolio).

Le paure di Anav e Asstra
Il 25 luglio 2022, con una nota al ministro Giovannini, l’Associazione Nazionale Autotrasporto Viaggiatori e l’Associazione Trasporti segnalavano come la richiesta di blocco alla circolazione di Euro2 ed Euro 3 comporti l’eliminazione di oltre 13.000 mezzi. Stando ai dati del Mims sull’entità del parco mezzi destinato al Tpl nazionale, questo significherebbe sostituire ben il 30 per cento degli autobus italiani in un lasso di tempo piuttosto breve. Il timore delle associazioni è che non sia possibile provvedere aa un passaggio così rapido verso gli autobus a alimentazione alternativa per mancanza di infrastrutture di alimentazione adeguate, i cui tempi di realizzazione sono incompatibili con le richieste del governo. 
Se a questa situazione si aggiungono le difficoltà introdotte dalla crisi energetica conseguente alla guerra in Ucraina, l’aumento dei costi e la scarsità di materie prime, risulta comprensibile la richiesta delle due associazioni in merito a una maggiore gradualità, alla destinazione di canali di finanziamento statali e alla possibilità di acquisto di autobus ad alimentazione tradizionale e ibrida.

Il ruolo degli autobus usati
In questa fase così delicata un aiuto potrebbe provenire dagli autobus usati. Nell’attesa che la piena implementazione di un servizio di trasporto pubblico alimentato esclusivamente a energia alternativa e supportato da un’adeguata rete infrastrutturale diventi realtà, ricorrere a autobus usati, alimentati a metano o  gasolio di classe Euro 6 può rivelarsi la soluzione più efficace per agevolare la transizione.
Rivolgendosi a interlocutori di provata competenza ed esperienza, come Basco S.r.l., sarà possibile scegliere tra un’ampia proposta di mezzi urbani e interurbani alimentati a metano o a gasolio Euro 5 e Euro 6 controllati e revisionati per offrire le stesse prestazioni e la qualità di viaggio di un modello nuovo.
In questa fase di passaggio l’acquisto i mezzi usati permetterebbe di contenere i prezzi e supplire velocemente all’importante domanda di autobus generata dall’eliminazione dei veicoli Euro 2 e Euro 3, qualora il Governo decidesse di proseguire con le tempistiche stabilite per il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione previsti dal pacchetto Europeo “Fit for 55” per il 2030.