Nel 1999 l'evento fatale (a morire furono 39 persone) sopraggiunse a causa delle fiamme a bordo di un autoarticolato che stava percorrendo i quasi dodici chilometri del Traforo del Monte Bianco.
Il 17 luglio scorso la paura ha viaggiato invece su un veicolo diverso: un pullman di linea bipiano inglese che trasportava 67 passeggeri (turisti) dalla Francia verso l'Italia.
Il guasto che ha portato al fermo del mezzo per avaria del motore, e soprattutto all'emissione di fumo, che ha reso necessario disporre la chiusura totale del valico per alcune ore, si è verificato pressoché a meta della percorrenza complessiva (6,5 chilometri dall'ingresso sull'altro lato rispetto al nostro Paese).
Le persone sul pullman sono state fatte evacuare, ricoverate temporaneamente in uno dei rifugi e quindi portate tutte in salvo (non si registra alcun ferito, se si eccettua una bimba, feritasi lievemente a un ginocchio nella manovra di discesa) all'uscita del Traforo sul versante italiano.
Per lo spostamento dei passeggeri sono state utilizzate le navette organizzate dalla società che gestisce l'infrastruttura, Geie (Gruppo Europeo di Interesse Economico) - Tmb (Traforo del Monte Bianco). Quanto al bipiano in panne, si è provveduto a portare anch'esso fuori dalla galleria, trainandolo nella stessa direzione in cui si sono mossi i suoi passeggeri. La circolazione è quindi ripresa, seppur inizialmente in senso alternato.
La situazione di scampato pericolo vissuta all'interno del Traforo del Monte Bianco consente di fare il punto sul protocollo per la sicurezza in essere. A partire dalla composizione del Team preposto, che conta Vigili del Fuoco professionisti, una squadra mista dedicata alla sicurezza del traffico, i responsabili del casello e il servizio di polizia binazionale/doganale. Ogni mattina gli 'angeli del fuoco' si provano in una 'manovra di istinto', una simulazione di pronto intervento.
La dotazione tecnologica a disposizione degli operatori si compone di sensori termici (quasi 4.000), disposti lungo l'intera estensione dell'infrastruttura per rilevare eventuali incrementi anomali della temperatura; e di oltre 150 telecamere di videosorveglianza collegate a un sistema di analisi, da cui parte, indirizzata a vari destinari, ogni tipologia di segnalazione.
Lo strumento di raccolta e gestione informatizzata a disposizione tratta una mole considerevole di informazioni, mostrate agli operatori del posto di comando attraverso schermi e immagini su una parete di grandi dimensioni.
Lungo gli 11,6 chilometri del Traforo del Monte Bianco sono stati ricavati, ogni 300 metri, ripari di sicurezza chiusi da porte tagliafuoco, che consentono di resistere per un paio di ore al fuoco in attesa di evacuazione. Pressurizzati, sono riforniti di aria fresca così da non lasciar passare il fumo, collegati via videotelefono con un operatore e congiunti a una galleria per la fuga al di sotto della carreggiata.
Non mancano piazzole di sosta (una quarantina) e nicche (più di un centinaio), entrambe destinate alle situazioni di emergenza.